Come sono arrivata a questo libro?
Era segnalato in un libro che stavo leggendo e ho pensato "ok diamoci un'occhiatina".
Oltre che essere interessante è stato una rivelazione! La cosa che mi ha colpito di più è la descrizione della personalità di gioco. L'autore Stuart Brown, sulla base della sua esperienza suddivide le persone in otto tipologie di gioco dominante.
Lo scrittore Stuard Bron
Ovviamente, nessuno è un esempio perfetto di una singola personalità di gioco, molti di noi sono un mix di queste categorie. Bron scrive: Ho capito che tanti si riconoscono in questi archetipi e li trovano utili per scoprire la propria personalità di gioco. Illustrando queste diverse personalità, si offrirà al lettore la possibilità di identificarvisi in modo da raggiungere una maggiore consapevolezza di sé e del gioco nella vita.
Riassumendo le otto personalità sono:
1. BURLONE : non riesce a non fare scherzi in continuazione.
2. CINESTETICO: impara muovendosi non riesce a stare fermo.
3. L'ESPLORATORE: esplorare può essere una cosa fisica o emotiva o mentale.
4. IL CONCORRENTE: gioca per vincere.
5. IL REGISTA: è nato organizzatore.
6. IL COLLEZIONISTA :colleziona di tutto.
7. L'ARTISTA/INVENTORE: trova piacere nel creare le cose.
8. LO SCRITTORE: l'immaginazione è la chiave del regno.
Ovviamente quando ho letto il gioco 5 - Regista: è nato organizzatore, ho sgranato gli occhi... non ci avevo mai pensato! Eppure perchè stupirmi? Non mi diverto quando faccio la regista? E da piccola quando realizzavo teatrini, messe in scena con cuginetti, scrivevo storie e scenografie non mi divertivo forse? Era lavoro? Certo che no... ero una bambina che giocava a fare la regista e a coordinare gli altri per produrre spettacoli da offrire ai nostri genitori.
Alla festa di compleano di una simpatica ottantenne. Le sue nipoti si sono improvvisare parrucchiere e i figli mi hanno offerto aneddoti e racconti che ho rielaborato in una storia.
E' tanto che non ci gioco a fare la regista... e a pensarci ora è come se mi mancasse un pezzo. Con il passare del tempo ... e degli anni... non ho più fatto corsi di teatro soprattutto poichè richiedevano l'impegno di mettere giù obiettivi da raggiungere, programmi a cui attenersi e l'imperante necessità di fare la differenza da tutti gli altri del settore, e oggi sono in continuo aumento, che si propongono per realizzare percorsi formativi su tutto ciò che è inerente questo mondo.
Per me la cosa più bella dell'esperienza del teatro era quella di costruire insieme con i partecipanti qualcosa che diventasse un messaggio importante. Intrecciare e rielaborare le loro storie personali in un'unica grande storia, in cui tutti ci riconoscevamo e nel farlo scoprivamo parti di noi stessi ancora sconosciute e rielaboravamo crucci che ci erano rimasti cuciti addosso.
A presto!
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