Riporto uno stralcio della lettera che il regista e attore Luca Ferri ha indirizzato al suo pubblico e addetti ai lavori. Come Ferri, in queste settimane difficili, altri registi, attori e addetti alla promozione culturale hanno manifestato il disagio di non poter incontrare il pubblico. Tutti ribadiscono preoccupati che fanno parte di quel mondo produttivo che è stato colpito dall'infezione portata dal "coronavirus" e auspicano che questa triste esperienza porti in futuro maggior considerazione per una categoria che è spesso considerata come il giullare di corte anzichè essere tutelata per la professionalità e l'inestimabile servizio svolto per la crescita delle persone.
Cari amici e caro
pubblico,
ci troviamo in una situazione che mai avremmo neanche immaginato di vivere; un momento difficile per ogni individuo, per la vita sociale e lavorativa che siamo abituati a condurre. La famiglia di Anà-Thema Teatro è costretta a chiudere la sua casa “Il Teatro della Corte” e sospendere le attività spettacolari come da decreto del Governo. Come la nostra famiglia teatrale, anche tutto il mondo dello spettacolo deve chiudere il sipario e rimanere in silenzio ad osservare, con la speranza che tutto passi ... Siamo una categoria spesso dimenticata, ... ma siamo anche un popolo che non ha mai smesso di andare avanti, perché la forza della cultura, dell’arte e della fantasia ha impedito al genere umano di lasciarsi contagiare dal male e dal colore grigio, che molte volte nella storia ha tentato di oscurare tutto. Questa compagnia è fatta di gente che vive, ama il teatro, gente che come tutti i teatranti, attori, registi, tecnici, direttori, macchinisti, scenografi, cantanti, danzatori, costumisti, ha lottato contro tutto e tutti più volte e, certo, non smetterà di farlo proprio ora che la situazione è dolorosa. (…) Sento di poter dire che noi teatranti non abbiamo chiuso il sipario e non ci siamo fermati davanti a niente, davanti ai contributi difficili da ottenere, davanti ai “no”, davanti alle intemperie, davanti ai miseri compensi, davanti alla burocrazia e non abbiamo chiuso il sipario nemmeno davanti alla morte di amici e persone care; abbiamo recitato per loro, anche la sera stessa delle tragedie…
Ci siamo sempre stati e non abbiamo mai
chiuso il sipario, ma oggi siamo costretti a farlo, dobbiamo chiudere la
grande tenda rossa, spegnere le luci e scendere dalla scena; oggi un fantasma
scivola silenzioso tra la gente, tra le poltroncine di velluto, nelle strade,
nelle scuole, ovunque e mette a rischio tutto. Oggi quel fantasma che già più
volte nella storia è giunto, tentando di eliminare l’umanità, è tornato con
un altro nome e ci minaccia ancora. Forse sarà più forte, forse lo sarà meno,
questo non lo sappiamo ma conosciamo la sua forza che in parte sta nella malattia
ma in gran parte sta in quell’emozione tanto grande che governa: La Paura!
Tuttavia conosciamo il rimedio a questo male: noi sappiamo che la paura si vince credendoci insieme e lottando uniti, mettendo in campo le forze che abbiamo a disposizione…
…noi siamo in silenzio ma progettiamo come
rialzarci, programmiamo spettacoli per i giorni migliori, inventiamo
palcoscenici alternativi, giochiamo a recitare sui social network, noi
combattiamo e lo facciamo per il bene della cultura di tutti…
In questo momento difficile abbiamo anche noi paura di non farcela, temiamo che quel sipario non si riapra e per questo vi chiediamo di non dimenticarci, perché quando tutto sarà passato, e passerà, avremo bisogno ancora dei sogni e dei pensieri che solo l’arte e la cultura possono regalarci. …
Rimaniamo insieme ed
affrontiamo insieme questo difficile momento.
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